Stoppata di Sant-Roos su Pettinella (Foto Barbara Lodigiani © 2013)

Sant-Roo, giocatore dall’atletismo smisurato (foto di Barbara Lodigiani)

CODOGNO – Sei secondi, una manciata di attimi fuggenti durante il giorno, nel basket sono un’eternità, spesso una linea di confine tra l’esultanza per il successo e i lacrimoni per la sconfitta. Per l’Assigeco domenica nella sfida con Recanati sono stati l’introduzione all’ultimo possesso, rimessa in attacco dopo il time out di Andrea Zanchi, gestito da Sant-Roos con il millimetrico assist a Bonessio, in pivot basso, per il canestro decisivo.

Una giocata estemporanea, di talento, dell’esterno cubano alla ricerca del modo più efficace per rompere la parità evidenziata dal tabellone luminoso. «Il coach preferiva che fossi io a ricevere palla sulla rimessa per cercare di subire fallo: andare in lunetta sul 72 pari sembrava la cosa più logica da fare con Recanati in bonusspiega il 22enne rossoblu, alla prima stagione in DNA Silver -. Invece attaccando il canestro sull’aiuto di Mosley ho notato Bonessio sotto canestro e gli ho passato la palla».

I coach danno le direttive ma spesso i giocatori decidono le partite affidandosi all’ispirazione del momento. Vincente nel caso di Sant-Roos, protagonista di una partita di alto livello condita da 16 punti, con 1/1 da due, 4/7 da tre, 2/2 in lunetta, 11 rimbalzi, 7 assist, 1 stoppata, 3 recuperi e 5 perse. «Avevo una voglia incredibile di vincere e prendere i primi due punti del campionato – confida Sant-Roos -. C’era in tutti il grosso stimolo di riprenderci quello che non siamo riusciti a ottenere nelle prime due gare con Agrigento e Corato: più ci penso e più rimango dell’idea che avremmo potuto vincerle. È andata male, ma con Recanati volevamo invertire il trend per regalarci una soddisfazione dopo tutto il lavoro fatto in palestra».

Schiacciata di Howard Sant-Roos (Foto Barbara Lodigiani © 2013)

Decisivo un suo assist contro Recanati (foto di Barbara Lodigiani)

Bene nel primo tempo con l’organizzazione difensiva che ha messo alle corde i marchigiani e raggiunto il massimo vantaggio nella prima parte del terzo quarto (+22), l’Assigeco è scivolata lentamente sulla discesa aperta dall’aumentata pressione difensiva di Recanati. «Un fattore che sicuramente ha inciso, mescolato al nostro forte calo di tensione: non abbiamo più difeso come nel primo tempo e per di più Mosley si è messo a fare cose incredibili – continua il giocatore cubano -. Ci siamo affidati al nostro spirito per concludere vincenti una gara molto importante: è un’iniezione di fiducia per l’ambiente dopo due sconfitte, un risultato dal quale prendere forza per continuare a migliorare».

La decisione di affidargli la palla sull’azione conclusiva e la capacità di coinvolgere i compagni nel gioco sembrano spingere Sant-Roos verso una sorta di leadership: «Posso accettare la definizione solo se per questo, prendendo rimbalzi o segnando, si intende trasmettere energia alla squadra o dare sempre il massimo, in partita e in allenamento. In caso contrario sarei in difficoltàconclude il giovane rossoblu -. Sto ancora imparando tanto e in ogni caso considero fondamentale il gioco di squadra con suddivisione di oneri e onori».


Luca Mallamaci (Il Cittadino di Lodi)